Nel linguaggio comune il termine “ansia” viene spesso usato riferendosi a generiche condizioni di apprensione, nervosismo e stress, molto comuni nella vita quotidiana, che ad un certo punto però si accumulano a tal punto da diventare un disturbo vero e proprio. L’ansia può essere un semplice disagio transitorio, o una reazione costante e compromettente delle prestazioni psico-intellettive, impedendo di fissare la mente su problemi e situazioni specifiche e di elaborarli, limitando la possibilità di svolgere le attività abituali. Spesso utilizziamo strategie per dare un sollievo immediato allo stress o all’ansia, ma solo attraverso la psicoterapia possiamo lavorare sui problemi ad un livello più profondo. La consapevolezza a cui si può giungere grazie a questo lavoro su sé stessi condurrà ad un cambiamento interiore che ci permetterà di essere noi stessi e finalmente di sentirci protagonisti della nostra vita.
Il disturbo d’ansia generalizzata non insorge necessariamente in risposta a stimoli esterni, anche se eventi stressanti o un ambiente complessivamente sfavorevole possono aggravarne le manifestazioni. Il disturbo d’ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili. Quando lo stato di allarme è alto e l’individuo si trova a vivere in continua tensione nascono le prime difficoltà legate alla percezione di noi stessi orientati verso un futuro prossimo che viene visto in modalità pessimistica. Ogni individuo per sua natura ha bisogno di prepararsi alla difesa e fortunatamente il nostro corpo e la nostra mente sono preparati in modo innato a gestire situazioni urgenti di minaccia: questo avviene attraverso il blocco automatico di alcune attività e l’intensificazione di altre. Si passa da uno stato “quotidiano e normale”, nel quale si ama, si impara, si lavora a uno stato di costante allerta nel quale compaiono condotte di ipervigilanza e comportamenti di attacco, di fuga o di blocco.
In questo modo, l’attività si sposta da parti del nostro cervello che ci aiutano a pensare e a risolvere problemi complessi verso parti del cervello che servono invece a reagire prontamente a situazioni di minaccia per la vita, durante le quali normalmente non c’è abbastanza tempo per pensare alle diverse opzioni disponibili.
In tali situazioni alcune persone rischiano di rimanere bloccate o fissate nella situazione di ipearousal e di sperimentare vari sintomi di iperattivazione quali ad esempio: tensione fisica persistente con agitazione, difficoltà a stare fermi, impazienza, sensazione di essere sempre all’erta; facilità a trasalire con ipersensibilità per ciò che circonda la persona; irritabilità e scoppi di rabbia; scoppi emozionali; insonnia o presenza di numerosi risvegli; problemi di attenzione e concentrazione.
Per molti altri, quando l’iperattivazione non risulta più efficace, si attiveranno sintomi di iporausal quali ad esempio ipoattivazione e disattivazione fisiologica.
Anche in questo caso l’individuo pone in essere una strategia di difesa naturale, automatica ed fisiologica inconsapevole che appunto permette la sopravvivenza e allora può capitare che la frequenza cardiaca e respiratoria rallentino e il corpo e la mente entrino in una sorta di “ibernazione/apatia” dando vita ai seguenti sintomi: ottundimento emozionale; intorpidimento fisico; sensazione del c.d. “schermo bianco in testa” con incapacità di pensare o parlare; sensazione di distacco; estrema sonnolenza.
Ed ancora sotto un altro profilo, se l’attivazione dell’ansia e della paura generalizzata supera il livello fisiologico normale e diviene eccessiva porta l’individuo a sperimentare una condizione di assoluto panico e allora il disagio diviene importante e deve essere prontamente accolto.
Nonostante i farmaci risultino molto utili per attenuare le manifestazioni acute del disturbo d’ansia è importante, per favorirne il superamento a lungo termine, intraprendere un percorso di psicoterapia volto al lavoro di elaborazione ed individuazione delle cause. L’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche potenziare le capacità personali e le risorse individuali. Con EMDR si lavora non solo sul ricordo di alcune esperienze che possano aver contribuito all’insorgenza del disturbo d’ansia ma anche sul ricordo delle prime volte in cui si è provata l’ansia e le volte peggiori, in modo da desensibilizzare e neutralizzare queste reazioni.
In questo contesto, un percorso di supporto e sostegno ci permette di rivalutare in quale modo i sintomi che la persona manifesta contribuiscano a tenere “in scacco” l’individuo rispetto alla sua rete di relazioni familiari e sociali e nei confronti di sé stesso. Restituendo la persona a sé stessa, alla propria vita, ai propri affetti. È necessario allora curare la costruzione di una fase di adattamento che può essere resa possibile proprio con un percorso di supporto psicologico finalizzato ad attivare le proprie risorse interne e a promuovere la resilienza e nuove forme di risoluzione dei problemi.
I disturbi d’ansia conosciuti e chiaramente diagnosticabili sono i seguenti:
- Disturbi d’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Fobia specifica
- Disturbo di panico e agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga)
- Disturbo ossessivo-compulsivo
- Fobia sociale
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbi d’ansia indotto da sostanze / farmaci
- Disturbo post traumatico da stress
Il Centro Aletheia si occupa di psicoterapia per il disturbo d’ansia zona Appia Tuscolana Roma.
Dott.ssa Chiara Iannello – Dott.ssa Claudia Orrù.
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